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catalogo per soggetti ultimo aggiornamento 13.03.2003


archeologia > archeologia e storia dell'arte greca e romana > leontini

Leontini

La colonia calcidese di Leontini, indagata da Paolo Orsi alla fine del secolo scorso, poi da Pietro Griffo e soprattutto da Giovanni Rizza, è stata messa in luce solo in parte, tuttavia appare ormai chiara l,articolazione del centro urbano come descritta dalle fonti (Polibio) sulle due alture della Metapiccola e di San Mauro, con al centro la valle San Mauro, in cui, secondo l,indicazione dello storico greco, doveva trovarsi l'agora.

Il Centro Studi sull'Archeologia Greca ha puntato l'attenzione su alcuni aspetti peculiari della città, relativi a settori di ricerca tra loro differenti, ma strettamente legati. Un posto di particolare rilievo occupa la ricerca topografica. Il problema della topografia della città antica è stato ripreso, nel corso degli anni 50, da Giovanni Rizza, che ha condotto un,esplorazione sistematica del centro antico, individuando la porta meridionale, parte della fortificazione con l,opera a tenaglia e la relativa porta ed una vasta necropoli (Rizza 6; 9; 10; 11; 18; 19; 21; 28; 29; 49; 55; 58; 68; 72; 77; 80; 92)

La ricerca condotta dal CSAG è relativa soprattutto al grande circuito murario, alla distinzione e allo studio delle diverse fasi costruttive; in quest,ottica è stato effettuato un nuovo e più preciso rilievo architettonico a scala 1:100 delle strutture che costituisce il punto di partenza per una carta archeologica computerizzata dell'area.

Lo studio di questa monumentale opera di fortificazione, che racchiude il perimetro del centro antico per ca 4/5 Km, è dunque uno degli aspetti più interessanti della ricerca condotta dal CSAG sulla colonia calcidese. L'individuazione delle fasi costruttive del circuito murario, da quella d,età arcaica a quella d,età dionigiana, è strettamente connessa anche ai risultati dello studio dei materiali provenienti dalla necropoli, che in parte si addossa alle strutture di fortificazione, e che il Centro di Studio sull'Archeologia Greca ha da tempo avviato.

Una particolare attenzione è stata rivolta, negli ultimi anni, allo studio dei materiali provenienti da un santuario della chora lentinese messo in luce, in maniera del tutto casuale, nel 1987 in contrada Alaimo, e successivamente indagato dalla Soprintendenza di Siracusa in collaborazione con l'Università di Catania. Il ricco deposito votivo venuto alla luce, dopo una breve comunicazione preliminare (Rizza 92), è ora in corso di studio da parte del CSAG. L'indagine del santuario non ha messo in luce strutture, al di fuori del vano rettangolare che conteneva il deposito votivo.

Tra i materiali della stipe, compresi tra la metà del VII sec. e la fine del V sec. a:C:, particolare rilievo hanno la ceramica corinzia (attestata dal protocorinzio al corinzio antico), i vasi miniaturistici, alcuni frammenti di bucchero con iscrizione graffita e qualche protome. Spicca, per l'eccezionalità del ritrovamento, un bel cratere attribuito al Pittore della Phiale (seconda metà del V sec. a.C.), raffigurante il mito della liberazione di Hera dal trono d'oro, che reca sul piede la dedica ai Dioscuri. Quest'iscrizione ha fatto ritenere che il santuario fosse dedicato a queste divinità, alle quali i Greci assimilavano i siculi Palici, venerati nel santuario nei pressi del vicino lago di Naftia.

Numerose campagne di scavo e ulteriori ricerche portate avanti dal CSAG hanno condotto alla redazione di un volume sulle necropoli lentinesi (Palermo 10) e alla pubblicazione dello scavo di alcune abitazioni rupestri in località Caracausi (Grasso 1;) al margine Nord-Est della città.






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